Libri

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Come beffare le multinazionali e vivere felici

di Piermaria Romani
Castelvecchi 2011

Grazie all'enorme potere economico di cui dispongono, le aziende multinazionali non si limitano a governare il mondo ma, libere di scatenare contro chiunque le micidiali armi della propaganda, influenzano pesantemente le vite dei singoli, dettando i ritmi e imponendo stili di vita. In un'epoca in cui neppure gli Stati sembrano in grado di opporsi all'incontenibile sete di dominio dei giganti dell'economia, Piermaria Romani, da solo contro alcune delle più influenti multinazionali del pianeta, è riuscito ad arrivare là dove persino le leggi finanziarie e i regolamenti anti-trust falliscono miseramente e, utilizzando le armi dell'irriverenza, ha inferto colpi formidabili agli ingranaggi che regolano il funzionamento di queste mostruose macchine mangia-soldi. Con questo libro insomma, lo storico redattore del settimanale satirico "Cuore" dimostra che beffare le multinazionali è possibile e spiega come farlo in pagine di irresistibile comicità: avventure di "resistenza umana" in cui i rappresentanti di potentissime istituzioni commerciali, per una volta, sono costretti a soccombere davanti alle pretese del bistrattato consumatore. Una prova di irresistibile ironia per un nuovo Don Chisciotte che, a sorpresa, non verrà sconfitto dagli odiati mulini a vento.

Non avrai altro «Cuore» all'infuori di me.
Vita e miracoli di un settimanale di resistenza umana

di Andrea Aloi, Mauro Luccarini, Chiara Bellitti, Piermaria Romani
Rizzoli, 2008

“Tecnicamente Cuore fu soprattutto la parodia di un giornale. Adoperava la grafica, i titoli, l’impaginazione di un giornale ‘vero’ per poterne fare il verso. Per una redazione fatta soprattutto di giornalisti era impagabile il gusto di giocare a fare un giornale. Ci divertivamo come bambini.”
– Michele Serra

Nel gennaio del 1989 – prima della caduta del Muro di Berlino – Michele Serra, Andrea Aloi e Piergiorgio Paterlini danno vita a un inserto satirico all’interno dell’Unità, ancora organo del Partito comunista italiano. Così nasce Cuore, che nel 1991 diventa settimanale indipendente. Un settimanale di resistenza umana. Resistenza a un sistema politico, quello del Caf di Craxi-Andreotti-Forlani, ormai putrescente; resistenza ai venti di guerra; all’arraffismo peninsulare; alla marea sommergente di un Moderno declinato all’italiana tra picchi olimpici di ignoranza e volgarità arricchita; allo stragismo occulto o mafioso. Cuore non aveva appartenenze partitiche: era di parte, non di partito (Serra dixit), innervato dagli umori di una sinistra non togata, totalmente inufficiale, in larghissima parte smagata e post-comunista. Nessuna cinghia di trasmissione, nemmeno dentro l’Unità. Nessuno a cui render conto, nessuna pubblicità, per di più. Liberi. Cuore è stato insieme uno splendido fenomeno sociale e una sorgente inesauribile di comicità corrosiva sull’Italia contemporanea, una sorta di organo vitale e sabotatore – un “cuore”, appunto – annidato al centro dell’organismo moralmente e culturalmente malato del nostro Paese. In grado di generare dal nulla una vera e propria comunità di fedelissimi che ne rimpiangono la chiusura (nel 1996), nonché un numero incredibile di querele, Cuore è ancora oggi un esempio di intelligenza militante, di “presidio” al tempo stesso ironico e serissimo della vita civile.

Soldi & felicità

di Pier Maria Romani 
Franco Cosimo Panini, 1996

Un giorno da Liga 

di Lorenza Giuliani, Pier M. Romani, Leo Mansueto
Rizzoli, 2005

I concerti sono eventi unici e irripetibili: ma le emozioni, il pubblico la performance sul palco, il colore del cielo, il sapore di festa che sprigionano non sono mai esattamente gli stessi. Questo libro racconta il concerto tenuto da Ligabue al Campovolo di Reggio Emilia, il 10 settembre 2005: unico e irripetibile sia per la vastità dello spazio in cui si è svolto che per l'idea. Il libro raccoglie voci e immagini, prima, durante e dopo il concerto. davanti e dietro le quinte. Un documento dedicato a coloro che quel 10 settembre "avrebbero voluto esserci" e a quelli, tantissimi che effettivamente "c'erano".

Come beffare le multinazionali e vivere felici

di Piermaria Romani
Castelvecchi 2011

Grazie all'enorme potere economico di cui dispongono, le aziende multinazionali non si limitano a governare il mondo ma, libere di scatenare contro chiunque le micidiali armi della propaganda, influenzano pesantemente le vite dei singoli, dettando i ritmi e imponendo stili di vita. In un'epoca in cui neppure gli Stati sembrano in grado di opporsi all'incontenibile sete di dominio dei giganti dell'economia, Piermaria Romani, da solo contro alcune delle più influenti multinazionali del pianeta, è riuscito ad arrivare là dove persino le leggi finanziarie e i regolamenti anti-trust falliscono miseramente e, utilizzando le armi dell'irriverenza, ha inferto colpi formidabili agli ingranaggi che regolano il funzionamento di queste mostruose macchine mangia-soldi. Con questo libro insomma, lo storico redattore del settimanale satirico "Cuore" dimostra che beffare le multinazionali è possibile e spiega come farlo in pagine di irresistibile comicità: avventure di "resistenza umana" in cui i rappresentanti di potentissime istituzioni commerciali, per una volta, sono costretti a soccombere davanti alle pretese del bistrattato consumatore. Una prova di irresistibile ironia per un nuovo Don Chisciotte che, a sorpresa, non verrà sconfitto dagli odiati mulini a vento.

Non avrai altro «Cuore» all'infuori di me.
Vita e miracoli di un settimanale di resistenza umana

di Andrea Aloi, Mauro Luccarini, Chiara Bellitti, Piermaria Romani
Rizzoli, 2008

“Tecnicamente Cuore fu soprattutto la parodia di un giornale. Adoperava la grafica, i titoli, l’impaginazione di un giornale ‘vero’ per poterne fare il verso. Per una redazione fatta soprattutto di giornalisti era impagabile il gusto di giocare a fare un giornale. Ci divertivamo come bambini.”
– Michele Serra

Nel gennaio del 1989 – prima della caduta del Muro di Berlino – Michele Serra, Andrea Aloi e Piergiorgio Paterlini danno vita a un inserto satirico all’interno dell’Unità, ancora organo del Partito comunista italiano. Così nasce Cuore, che nel 1991 diventa settimanale indipendente. Un settimanale di resistenza umana. Resistenza a un sistema politico, quello del Caf di Craxi-Andreotti-Forlani, ormai putrescente; resistenza ai venti di guerra; all’arraffismo peninsulare; alla marea sommergente di un Moderno declinato all’italiana tra picchi olimpici di ignoranza e volgarità arricchita; allo stragismo occulto o mafioso. Cuore non aveva appartenenze partitiche: era di parte, non di partito (Serra dixit), innervato dagli umori di una sinistra non togata, totalmente inufficiale, in larghissima parte smagata e post-comunista. Nessuna cinghia di trasmissione, nemmeno dentro l’Unità. Nessuno a cui render conto, nessuna pubblicità, per di più. Liberi. Cuore è stato insieme uno splendido fenomeno sociale e una sorgente inesauribile di comicità corrosiva sull’Italia contemporanea, una sorta di organo vitale e sabotatore – un “cuore”, appunto – annidato al centro dell’organismo moralmente e culturalmente malato del nostro Paese. In grado di generare dal nulla una vera e propria comunità di fedelissimi che ne rimpiangono la chiusura (nel 1996), nonché un numero incredibile di querele, Cuore è ancora oggi un esempio di intelligenza militante, di “presidio” al tempo stesso ironico e serissimo della vita civile.

Soldi & felicità

di Pier Maria Romani 
Franco Cosimo Panini, 1996

Un giorno da Liga 

di Lorenza Giuliani, Pier M. Romani, Leo Mansueto
Rizzoli, 2005

I concerti sono eventi unici e irripetibili: ma le emozioni, il pubblico la performance sul palco, il colore del cielo, il sapore di festa che sprigionano non sono mai esattamente gli stessi. Questo libro racconta il concerto tenuto da Ligabue al Campovolo di Reggio Emilia, il 10 settembre 2005: unico e irripetibile sia per la vastità dello spazio in cui si è svolto che per l'idea. Il libro raccoglie voci e immagini, prima, durante e dopo il concerto. davanti e dietro le quinte. Un documento dedicato a coloro che quel 10 settembre "avrebbero voluto esserci" e a quelli, tantissimi che effettivamente "c'erano".

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